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PER CAPIRE

Il Papa, mentre accenna alla politica, inizia il discorso parlando delle sue deformazioni. In primo luogo si tratta il tema del populismo, che viene contrapposto con il positivo “senso di popolo”. Il populismo, secondo Francesco, ignora la legittimità della nozione di popolo (n.157). Far parte di un popolo è far parte di unʼidentità comune fatta di legami sociali e culturali.       
E questa non è una cosa automatica, anzi: è un processo lento e difficile, verso un progetto comune
(n.158). La categoria di “popolo” è aperta: esso rimane costantemente aperto a nuove sintesi, assumendo in sé ciò che è diverso. Non lo fa negando se stesso, ma piuttosto con la disposizione ad essere messo in movimento e in discussione, ad essere allargato, arricchito da altri, e in tal modo può evolversi. Unʼaltra espressione degenerata è la ricerca dellʼinteresse immediato (n.161), che non crea reale sviluppo perché offre risposte provvisorie e talvolta insufficienti.

Francesco poi passa a criticare le visioni liberali individualistiche, in cui la società è considerata come una mera somma di interessi privati che coesistono (n.163). E qui si fa un accenno a ciò che la tradizione cristiana chiama “concupiscenza”, ovvero lʼinclinazione dellʼessere umano a chiudersi nellʼimmanenza del proprio io, del proprio gruppo, dei propri interessi (n.166).

Un accenno infine al potere internazionale. Secondo il Papa oggi diventa indispensabile sviluppare istituzioni internazionali più forti ed efficacemente organizzate, con autorità designate in maniera imparziale mediante accordi tra i governi nazionali e dotate del potere di sanzionare. Questo per assicurare il bene mondiale, sradicare la fame e la miseria, difendere i diritti umani fondamentali (n.172). In questa prospettiva, ricordo che è necessaria una riforma «sia dell’Organizzazione delle Nazioni Unite (ONU) che dell’architettura economica e finanziaria internazionale, affinché si possa dare reale concretezza al concetto di famiglia di Nazioni» (n.173). E qui viene in aiuto il principio di sussidiarietà, attraverso il quale aggregazioni e organizzazioni minori e comunità aiutano la Comunità internazionale integrando in modo complementare lʼazione dello Stato (n.175).

Nella seconda parte del capitolo il Papa sottolinea la necessità di una buona politica, via efficace per una fraternità universale e una pace sociale (n.176). Una politica che non si sottometta allʼeconomia e che promuova il bene comune (n.177). Si tratta di progredire verso un ordine sociale e politico la cui anima sia la carità sociale, perché la politica è una delle forme più preziose della carità (n.180). Lʼamore infatti, ricco di piccoli gesti e di cura reciproca, è anche civile e politico, e si manifesta in tutte le azioni che cercano di costruire un mondo migliore. Per questa ragione lʼamore si manifesta non solo in relazione intime e vicine, ma anche nelle macro relazioni: rapporti sociali, economici e politici (n.181). Una carità politica che supera ogni mentalità individualistica e cerca di costruire la comunità nei diversi livelli della vita sociale, (...) perché popolo e persona sono termini correlativi (n.182).

La carità è al cuore di ogni vita sociale sana ed aperta (n.184) ed ha bisogno della luce della verità per non cadere nel soggettivismo o nel sentimentalismo.

A partire dal n.186 Francesco riflette su cosʼè concretamente lʼamore politico (ad esempio afferma che il politico che, mediante la legge crea posti di lavoro, esercita una forma altissima di carità che nobilita la sua azione politica). Una carità politica che deve avere al centro lʼamore preferenziale per gli ultimi, che si manifesta in ogni azione compiuta in loro favore (n.187).

Il politico è un realizzatore, un costruttore di grandi obiettivi, con uno sguardo ampio, (capace di avviare processi i cui frutti saranno raccolti da altri, n.196), realistico e pragmatico, capace di andare anche al di là del proprio Paese (n.188). Un buon politico fa il primo passo perché risuonino le diverse voci. Eʼ vero che le differenze generano conflitti, ma lʼuniformità genera asfissia e fa sì che ci fagocitiamo culturalmente (n.191). In conclusione, al n.197 il papa propone un “esame di coscienza” a chi è impegnato nella politica e nellʼamministrazione della cosa pubblica.

Si chiede Francesco: nel nostro contesto storico, cosa deve fare la politica mondiale? Eliminare la fame e la tratta delle persone. Questo è il minimo indispensabile (n.189). Poi impegnarsi nel diffondere la cultura della tolleranza, della convivenza e della pace, fermando lo spargimento di sangue innocente (n.192).

Occhio infine a quando una determinata politica semina l’odio e la paura verso altre nazioni in nome del bene del proprio Paese, bisogna preoccuparsi, reagire in tempo e correggere immediatamente la rotta (n.192).

PER RIFLETTERE

  • Come vedo la politica (nazionale e internazionale)? La percepisco come una “vocazione”?
  • Conosco la differenza fra “populismo”, “senso di popolo”, “patriottismo”?
  • Sono a conoscenza dei concetti economico-sociali come “liberismo”, “capitalismo”, “socialismo”, “comunismo”?
  • Cosa penso degli organismi politici internazionali? Sono dʼaccordo con i suggerimenti del Papa?
  • Che cosa suscita in me il concetto di “carità politica”?
  • Come oggi, un credente, può concretamente rispondere ad una chiamata al servizio politico-amministrativo?

PER APPROFONDIRE

  • Maurizio Cotta, Luca Verzichelli, Il Sistema politico italiano, Il Mulino 20204. Matteo Truffelli. La P maiuscola. Fare politica sotto le parti. Un dialogo con il Presidente dell'Azione Cattolica, Ave Roma, 2018, pp. 140.
  • Paolo Pombeni, La buona politica, Il Mulino, Bologna 2019, pp.139.
  • Gioacchino Lavanco, Michele Pennisi (a cura di), La politica buona, FrancoAngeli, Milano 2016, pp.160.
  • Carlo Maria Martini, Esercizi di buona politica, In Dialogo, Milano 2013.
  • Luciano Nicastro, La buona politica e la casa comune. Breve trattato di filosofia politica di ispirazione cristiana, Book Sprint Edizioni, 2015 (ebook).
  • Carmine Alboretti, La buona battaglia. Politica e bene comune ai tempi della casta, Tau Edizioni 2014.
  • VV., La responsabilità politica della Chiesa, Edizioni Glossa, collana “Quodlibet” Milano 1994.
  • Gioele Anni, Roberta Lancellotti (a cura di), Serve ancora la politica? Dieci interviste ai protagonisti di oggi, Editrice AVE, Roma 2020, pp. 168.
  • Mario Toso, Per una nuova democrazia, LEV, Città del Vaticano 2016.
  • Gian Candido De Martin (a cura di), Per il futuro delle democrazie, Editrice AVE, Roma 2020, pp.140.

PER PREGARE

Fa’, o Signore,
che il tuo Spirito informi e trasformi la nostra vita,
e ci dia la gioia della fratellanza sincera,
la virtù del servizio generoso, l’ansia dell’apostolato.

Fa’, o Signore,
che sempre più ardente e operoso diventi il nostro amore
verso tutti i fratelli e sorelle in Cristo
per collaborare sempre più intensamente con loro
nell’edificazione del Regno di Dio.

Fa’ ancora, o Signore,
che sappiamo meglio unire i nostri sforzi
con tutti gli uomini di buona volontà,
per realizzare pienamente il bene dell’umanità
nella verità, nella libertà, nella giustizia e nell’amore.

Per te noi così ti preghiamo, o Cristo,
che col Padre e con lo Spirito Santo
vivi e regni, Dio, nei secoli eterni. Amen.

(S. Paolo VI, papa)

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