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A cura dell'Equipe ACR

Gruppo camposcuola educatori ACRAppunti di pedagogia, guide ACR con orecchie qua e là, fogli inzuppati di schemi e parole chiave, un gomitolo tra le dita e informazioni sparpagliate per gli zaini. Tante le idee proposte, tanti i contenuti affrontati. Tanti, davvero tanti, gli educatori coinvolti nel camposcuola tenutosi ad Avolasio (sede casa AC Diocesi di Crema) dal 29 ottobre al 1 novembre: 36 educatori accompagnati e guidati dall’équipe ACR della Diocesi di Crema e dall’assistente don Stefano hanno partecipato all’ormai tradizionale incontro residenziale previsto nel percorso formativo dell’anno.

Un bel mix di educatori, vecchie conferme e nuove adesioni: l’etorogeneità d’età, esperienza e parrocchia ha favorito un clima di scambio reciproco entusiasmante e proficuo per tutti. Un applauso va all’entusiasmo dei nuovi educatori,  pronti a mettersi in gioco senza aver paura di scomodare i più “navigati”.

Oltre ai momenti più conviviali di gioco e condivisione (da segnalare una serata stile “Buona la prima” che ha visto tutti gli educatori nel ruolo di attori improvvisati. Tante le risate!), la sottoéquipe Educatori ha proposto un ricco percorso pedagogico e metodologico. Il campo è iniziato con alcune provocazioni volte a introdurre il tema e pungere i partecipanti sul vivo: “se durante un’attività proposta uno dei vostri ragazzi non sta partecipando, allora avete sbagliato attività”. Dopo la discussione iniziale che ha acceso gli animi (“ma l’ACR si può sostituire al catechismo?”), l’attività è proseguita in una chiacchierata dal titolo “viaggio nelle capacità dei ragazzi”: una panoramica sullo sviluppo cognitivo e psicologico dei ragazzi nelle diverse fasce d’età (come pensa un 6/8? E un 9/11? Chi è un 12/14? Quali strumenti cognitivi hanno a disposizione per capire noi educatori?). Il presupposto  è stato accorgersi che per poter lavorare con qualcuno è necessario conoscere le sue caratteristiche e peculiarità (“come posso progettare un’attività col darvo se non so che materiale è? Posso progettarla col pongo, che so essere molle e malleabile. Il primo passo è quindi informarsi, sperimentarsi coll’oggetto.”). Così per poter progettare delle attività a misura di ragazzo è necessario conoscerlo a fondo, attraverso l’incontro personale con lui e il supporto di qualche conoscenza pedagogica di base.

La prima attività si è conclusa evidenziando quanto sia importante nella progettazione e attuazione delle attività di ACR, la fase di verifica. È questa infatti una fase molto spesso trascurata, ma a ben pensarci essenziale per capire se abbiamo o no centrato l’obiettivo, nei contenuti e nelle modalità. Porre attenzione a come i ragazzi reagiscono alle nostre proposte, se tutti partecipano e come partecipano, ci consente di aggiustare il tiro le volte successive.

La prima giornata di lavori si è conclusa con un confronto tra gli educatori sulla prima attività e con la preghiera preparata dall’assistente ACR don Stefano: questi due elementi sono stati fondamentali durante tutta la durata del campo. Il confronto tra gli educatori, inizialmente incentivato ma subito cercato dagli educatori stessi come precedentemente sottolineato, ha favorito un clima di condivisione e fiducia da cui tutti hanno tratto profitto e scambio.

La preghiera ha permesso agli educatori di ritagliarsi dei momenti in cui fermarsi, sostare e pensare. Don Ste ha proposto ai partecipanti un percorso scandito da queste tre domande: chi sei, da dove vieni, dove vai. Questo percorso “a misura di educatore, sulla misura di Dio” è culminato nella celebrazione di tutti i Santi: don Stefano sorprendendo tutti con la pace scossa ha lasciato agli educatori il messaggio di Giovanni Paolo II “il regalo più bello che potete fare alla Chiesa, è la vostra santità”.

Il secondo giorno ha visto gli educatori, in piccoli gruppi, esplorare diverse modalità di attività a misura di ragazzo: il gioco educativo, la preghiera, il laboratorio e discussione/racconto/confronto. Tante le informazioni e le idee proposte che hanno permesso a ciascuno di arricchire il proprio archivio di materiali (appunti di queste attività, presto sul sito AC Crema nella sezione dedicata agli educatori). Una serata animata dall’indovina chi? proposto dal gruppo di Offanengo, la notte insieme tra spaghetti piccanti e partite di Risiko, e poi ci si rimette al lavoro. La terza giornata di lavori è stata la più tosta e impegnativa: agli educatori  divisi per archi è stato chiesto di prendere in mano la guida, sviscerare la seconda fase del percorso (obiettivi, attenzioni pedagogiche, idea di fondo) e poi progettare un’attività. Il tutto è durato mattina e pomeriggio ma grazie alla guida della sottoéquipe ragazzi e al confronto incessante tra gli educatori, è stato percepito da tutti l’ottimo risultato: una maggior comprensione e consapevolezza della struttura e dell’utilità della guida. Le idee risultanti sono state eccezionali, gli educatori stessi erano sorpresi e stupiti del lavoro svolto. L’attività che li ha visti impegnati è stata talmente soddisfacente da inviare un input all’équipe ACR per la creazione di alcuni occasioni in cui gli educatori di parrocchie diverse abbiano la possibilità di confrontarsi e sostenersi nella progettazione del percorso, nonché di scambiarsi idee ed esperienze.

Una cena coi fiocchi (grazie alla cuoca Lucia!), una serata a Vedeseta e gli educatori si sono preparati per l’ultima giornata, la chiusura, il momento in cui tirare le fila.

Un camposcuola molto positivo, sia per l’équipe ACR, che l’ha vissuto come l’occasione in cui formare i propri educatori ma soprattutto sfruttare il tempo per ascoltarli nei racconti delle loro esigenze e specifiche realtà parrocchiali; soddisfatti i partecipanti che hanno ricaricato le forze  ciascuno per i propri ragazzi, che hanno trovato un forte gruppo a cui aggrapparsi nel loro lavoro parrocchiale e che si sono portati a casa diversi stimoli da condividere con chi non è riuscito a partecipare al campo ma che quotidianamente cura  con loro la formazione ACR dei ragazzi.

Come cornice, ovviamente, la nostra casa di Avolasio, e il suo fresco stile di vita.

 

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